
COME CURARE L’INSUFFICIENZA VENOSA?
E’ un disturbo molto diffuso, soprattutto tra le donne, che può inficiare il benessere psicofisico di una persona ed evolvere in più serie patologie. L’argomento che affrontiamo con il dottor Alessandro Rosa, direttore dello Studio Medico Rosa di Benevento, ruota attorno diverse domande: cos’è in particolar modo l’insufficienza venosa, come si presenta, quali sono i rischi collegati e cosa fare quando si è affetti da questa patologia. Approfondiamo meglio alcuni aspetti basilari della malattia con Alessandro, radiologo vascolare e interventista specializzato.
“E’ importante chiarire che l’insufficienza venosa rappresenta un disturbo della circolazione di tipo patologico, non fisiologico. Le vene non veicolano la quantità necessaria di sangue dalle gambe fino al cuore. In genere non si presenta come patologia singola, ma associata ad altre contestuali come trombosi venose profonde, dermatiti da stasi, linfedemi”.
Quali sono i sintomi della malattia? Come accorgersene?
“I sintomi sono solitamente variabili. Si passa dal gonfiore alle gambe a sintomatologie più acute da divenire invalidanti. Le manifestazioni più tipiche sono rappresentate da comparsa di vene ingrossate, dilatate e tortuose sulla superficie della pelle, macchie scure, capillari a ciuffo sulle gambe, crampi al polpaccio generalmente durante la notte, dolore alla vena dilatata, presenza di edema che tende a svanire quando il paziente è in posizione sdraiata. Si manifesta anche un ispessimento della pelle nella zona coinvolta che porta a un indurimento evidente dei tessuti attigui. La gambe, infine, possono presentare sensazione di prurito o la cosiddetta“porpora”.
Quali sono le evoluzioni dell’insufficienza venosa e i rischi che ne derivano?
“La patologia può sfociare in altre più gravi. Ad esempio in una trombosi venosa, in ulcere cutanee o in varicosità. E’ dunque indispensabile rendere partecipe uno specialista per prevenire ogni rischio”.
Cosa deve fare un paziente affetto da insufficienza venosa?
“Indispensabile procedere con un esame ecocolordoppler, privo di radiazioni ionizzanti, con apparecchiatura dedicata allo studio di patologie vascolari e del funzionamento delle vene. In questo modo si potrà avere la diagnosi precisa”
In caso di positività, cosa fare? Come curare l’insufficienza venosa?
“Dal momento che i fattori che accentuano la tendenza all’insufficienza venosa sono la vita sedentaria e l’obesità, si parte modificando il proprio stile di vita con l’inserimento di dieta bilanciata ed esercizio fisico. Un rimedio sempre utile sono poi le calze elastiche a compressione. Senza dubbio verrà consigliato di evitare di assumere posizioni statiche per lunghi periodi. Si passa poi al reparto farmacologico, che può comprendere a seconda dei singoli casi la somministrazione di farmaci flebotonici, che aumentano il tono della parete venosa e riducono la sensazione di affaticamento, profibrinolitici, che sciolgono gli accumuli di fribrina, anticoagulanti, per scongiurare trombi, o sostanze sclerosanti, per chiudere le vene varicose”.
In ultima analisi gli interventi chirurgici. Quali sono quelli che possono porre rimedio a questa patologia?
“Quando si giunge a un punto di non sopportazione e dopo gli accurati esami medici del caso si può valutare l’intervento. Valvuloplastica, laserterapia, ablazione con radiofrequenza sono i rimedi chirurgici più adeguati per ottenere i risultati migliori”.