CURARE LA CCSVI, ANCHE IN PRESENZA DI SCLEROSI MULTIPLA O SINDROME DI MENIERE

Nel 1861 il medico francese Prospero Ménière individuò una sindrome unica in una serie di sintomi diversi e che si manifestavano in modi e tempi diversi. Ipoacusia, sensazione di “orecchio chiuso”, acufeni, vertigini, nausea, vomito, sintomi che lo studioso associò ad un aumento di pressione dei liquidi che circolano nell’orecchio interno- cc.dd.endolinfa e perilinfa – conseguente danno alla coclea che svolge la funzione uditiva e alle parti dell’orecchio che svolgono la funzione di controllo dell’equilibrio (canali semicircolari, utricolo, macula). Questi sintomi, inizialmente di modesta entità e di durata variabile, possono inizialmente essere sottovalutati o confusi con quelli di altre patologie; il loro aumentare stabilizzarsi nel tempo fino a diventare permanenti o altamente fastidiosi (acufeni come una cascata o episodi di vertigini ravvicinati) determina una chiara riconoscibilità della Ménière. Le vertigini sono il problema più grande ed angosciante per l’ammalato e si manifestano in una fase più tardiva con modalità intermittente e durata variabile da qualche minuto fino ad interi giorni; sono di tipo rotatorio, il paziente infatti vede gli oggetti si muovono rapidamente da una parte all’altra. Queste crisi possono manifestarsi in maniera episodica, ci sono tuttavia casi di ammalati con crisi talmente forti e durature da rendere impossibile ogni attività lavorativa e sociale. La soluzione di questi sintomi, la prevenzione del loro aggravamento ed il ritorno del paziente ad una vita serena e normale è l’obbiettivo delle varie terapie mediche e chirurgiche; negli ultimi tempi, infatti, si è riscontrata un miglioramento di tali sintomi nei pazienti che li curavano con l’intervento di CCSVI.

Il caso di un soggetto in età avanzata in cui l’emicrania abbia apparentemente causato sordità e idrope endolinfatico ritardato è stato riportato dai ricercatori della UCLA School of Medicine di Los Angeles, California. Il paziente iniziò ad avere emicrania con aura sin dai 15 anni. All’età di 50 anni, egli sviluppò una grave perdita di udito nell’orecchio sinistro. Ventitré anni dopo, la malattia di Ménière fu diagnosticata anche all’orecchio destro. Alla morte del soggetto, i ricercatori hanno ipotizzato dall’esame autoptico che la causa della patologia fosse il vasospasma associato con l’emicrania e localizzato nelle piccole arteriose nella coclea. In altre parole, è stata dimostrata una correlazione tra la Ménière l’Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale (CCSVI), una malattia emodinamica in cui le vene cervicali e toraciche rimuovono poco efficacemente il sangue dal cervello e in generale dal sistema nervoso centrale (SNC).

Ne parliamo con il dott. Alessandro Rosa, radiologo vascolare interventista, specializzato nel trattamento della CCSVI sia per i malati di sclerosi multipla che per quelli affetti da sindrome di Ménière.

“La CCSVI è caratterizzata dalla presenza di restringimenti multipli e malformazioni delle principali vene che portano il sangue dal cervello verso il cuore – spiega il dott. Rosa – sono interessate le giugulari interne, vertebrali, lombari, Azygos, emiazygos, iliache. Sono malformazioni congenite che assumono la forma di: annulus o tessuto fibrotico; stenosi circolari della parete venosa; setti endoluminali e ostruzioni membranose; sono in sostanza ostacoli che occludono quasi completamente una vena, valvole anomale o invertite che creano ostacoli nel flusso; segmenti di venosi sottosviluppati o dal calibro insignificante; torsioni che determinano severe stenosi, completa assenza anatomica di una vena. Si è notato che se la stenosi della giugulare interna (CCSVI) provoca il reflusso al microcircolo dell’orecchio, il disordine vascolare potrebbe spiegare sia la monolateralità dei sintomi della Ménière (altrimenti non spiegabili) sia il miglioramento dei suddetti sintomi a seguito di intervento di CCSVI”.

La CCSVI è una patologia vascolare rappresentata da un anomalo deflusso di sangue dal cervello ai vasi del collo con consecutivo alterato drenaggio venoso, è caratterizzata da una malformazione dei vasi sanguigni che interessano le vene giugulari interne, le vene vertebrali, i vasi intracranici e la vena Azygos che è nel torace. Ciò comporta che il sangue inverte la sua direzione di corsa e si deposita a livello cerebrale con deposito di cataboliti.

CURARE LA CCSVI CON IL TRATTAMENTO ADEGUATO

Un esame con ecocolordoppler giugulare e transcranica fatto in posizione seduta e eretta che riveli la presenza di due o più dei cinque criteri del Metodo Zamboni è candidato all’intervento di CCSVI. Questo intervento è veloce e poco invasivo che, nella maggior parte dei casi, provoca miglioramenti nella camminata, nella visione dei colori, nella fatica e, in ogni caso, migliora il calibro di un vaso che si sta restringendo. L’ intervento viene utilizzato per la CCSVI, patologia a se stante vascolare di cui non si conosce ancora bene l’eziologia, per pazienti con sclerosi multipla e Ménière. Il trattamento ha migliorato la qualità della loro vita, sono pazienti di tutte le età che hanno trovato miglioramento nei sintomi e recuperato qualità di vita”.

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